Percorso Azzurro – Tappa 7Via Dino Col, giovane magistrato oppostosi al regime, deportato e deceduto Flossemburg (targa stradale)Piazzale camionale ex Caserma della 10ª MasGalleria rifugio Antiaereo n°55Batteria contraerea della Concezione
7. Via Dino Col,
giovane magistrato oppostosi al regime,
deportato e deceduto a Flossemburg (targa stradale)
ARCHIVIO ISTITUTO STORICO DELLA RESISTENZA IN LIGURIA
DINO COL
Era uno dei giovani magistrati più stimati del distretto di Genova, per la preparazione giuridica e per la serietà di carattere. Nato a Sassari il 14.7.1904 si laureò in giurisprudenza a Cagliari, col massimo dei voti e vinse subito il concorso di magistrato.
Pretore ad Iglesias sentì offesi il suo sentimento d’uomo ed il concetto stesso di giustizia, dalle condizioni disumane nelle quali i minatori dovevano svolgere il loro faticoso lavoro. S’accorse del diffuso malcontento; si sentì in dovere di informare i superiori del pericolo che poteva rappresentare una tale situazione; non fu ascoltato. In occasione d’una visita che Umberto di Savoia volle fare ad Iglesias per mostrare il suo attaccamento alla Sardegna, gli fu chiesto dal sovrano che cosa gli avesse da segnalare ed il giovane magistrato non ebbe ritegno di indicare senz’altro le tristi condizioni dei minatori. Il monarca, dimostrando quanto egli fosse lontano dalla vita del popolo, con indifferenza rispose: “Lo sappiamo” – e si allontanò.
Questa sua giusta rimostranza provocò soltanto la sua rimozione dal posto che occupava. Dopo fu richiamato e nominato I° Pretore a Genova-Sampierdarena ove fu davvero “il buon giudice”, che seppe attirarsi le simpatie di tutti, perché, negli anni torbidi del fascismo, non permise mai che la giustizia fosse usata come strumento di parte. Alcuni giornali ebbero la franchezza di scrivere un elogio per “questo giovane magistrato, che aveva la sensibilità di un uomo di 40 anni”. La sua rettitudine morale, il suo intimo rispetto della legge “uguale per tutti” ed il suo vivo amore verso l’Italia, sofferente sotto il giogo del barbaro nazismo gli fecero sentire ripugnanza contro un regime fondato sull’arbitrio e sulla violenza, e quindi il dovere di unirsi a coloro i quali lottavano per la liberazione della Patria.
Purtroppo anche luì fu vittima di uno di quegli italiani che disonorarono la nostra popolazione. Chi scrive queste parole, quando, alle SS tedesche, venuto ad arrestarlo in casa sua, disse che esse commettevano un atto arbitrario, sentì rispondersi che, mentre i tedeschi invasori compivano solo il loro dovere, l’Italia doveva vergognarsi di tanti suoi figli, che avevano la spudoratezza di andare ai comandi tedeschi per denunciare i loro fratelli!
DINO COL fu arrestato nel Palazzo di giustizia il 27 giugno 1944. Portato alla tetra “Casa dello Studente” fu sottoposto ai supplizi delle scosse elettriche e dell’acqua nelle narici e poi fu rinchiuso nella IV Sezione di Marassi. In settembre fu deportato a Bolzano e quindi a Flossemburg, ove mori il 31 dicembre 1944, estenuato dalle sofferenze e dalle bestiali fatiche.
L’Associazione Nazionale dei Magistrati ed il corpo del V.A.I. (Volontari Armati Italiani) lo proposero per una medaglia d’oro alla memoria, ma la pratica s’é perduta nei cassetti custoditi dagli indifferenti burocrati delle Commissioni Ministeriali romane.
DINO COL era animo mite e gioviale, ma, sotto il suo sereno sorriso, vigilava un carattere fermo, che ha mantenuto fino al momento supremo, con l’intima soddisfazione di aver compiuto quel difficile dovere, cui non può sottrarsi né un uomo legato alla legge della morale, né un giudice legato alla legge della giustizia.
A.N.E.D. Sezione di Genova
(Associazione Naz. ex Deportati nei Campi Nazisti)
7a. Piazzale camionale ex Caserma della 10ª Mas
Dalla cronaca dell’insurrezione di Genova
“La sera del 24 si chiude in una cupa atmosfera. La guerriglia nel centro della città si poteva dire terminata. Ma nuclei di resistenza nemici permanevano all’Istituto Idrografico della Marina, a Principe, in Albaro, in via Giordano Bruno: in mano nemica erano il porto, lo spiazzo della camionale, la fortezza di San Benigno e Belvedere. A ponente, resistevano le batterie d’Arenzano, nuclei di fanteria a Voltri, all’Ilva di Prà, nella munita Villa Raggio e a Coronata (le due ultime posizioni sbarravano il collegamento fra la periferia di ponente e il centro). In Val Polcevera, nuclei nemici presidiavano ancora alcune gallerie della camionale, e le alture di San Quirico e della Murta. A levante i tedeschi difendevano strenuamente il ponte di Sturla, la Villa Eden di Nervi e le batterie pesanti di Monte Moro.”
LA Xª MAS
La Xª Flottiglia MAS (dal 1º maggio 1944, con l’unificazione di vari battaglioni, rinominata in Divisione fanteria di marina Xª anche nota come Xª MAS) è stato un corpo militare indipendente, ufficialmente di fanteria di marina della Marina Nazionale Repubblicana della Repubblica Sociale Italiana, attivo dal 1943 al 1945. Operò in coordinazione coi reparti tedeschi, sia per contrastare l’avanzata alleata dopo lo sbarco di Anzio e sulla Linea Gotica e nel Polesine, sia in operazioni contro la resistenza italiana. Attività durante la quale l’unità impiegò strategie tipiche della controguerriglia e in alcuni episodi si macchiò di crimini di guerra.
La Xª Divisione MAS si arrese il 26 aprile 1945 ai rappresentanti del Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) nella caserma di piazzale Fiume (l’attuale piazza della Repubblica) a Milano dopo la cerimonia dell’ammaina bandiera.
7b. Galleria rifugio Antiaereo n°55
La galleria rifugio di via Dino Col nasce ai tempi della coltivazione della cava di san Benigno, infatti la tecnica di coltivazione era quella di forare la montagna in senso longitudinale per poi far saltare la porzione con l’esplosivo facendo staccare enormi lastroni.
Durante il secondo conflitto bellico queste tipologie di gallerie vennero adattate a galleria rifugio AA e anche questa galleria venne allungata e dotata di tutte le dotazioni che la resero idonea all’uso.
Le foto sono tratte dal post di Antonio Travi nella pagina Facebook “Il Sottosuolo di Genova e oltre. Ricerca e Studio.”
7c. Batteria contraerea della Concezione
Batteria ‘Concezione’ (6^ batteria, poi 660^) (Anno di costruzione: 1940 ca.; Tipologia: batteria contraerea; Armamento (agosto 1941): quattro cannoni da 88/56; Armamento (ottobre 1942): quattro cannoni da 90/53 (in rosso) più due cannoni-mitragliera da 20mm (in giallo); Località: bastione della Concezione; Altitudine: 80m s.l.m.; Stato di conservazione: scomparsa; Note: demolita in conseguenza degli sbancamenti per la realizzazione di via San Bartolomeo del Fossato).
Via Dino Col, giovane magistrato oppostosi al regime, deportato e deceduto Flossemburg (targa stradale)Piazzale camionale ex Caserma della 10ª MasGalleria rifugio Antiaereo n°55Batteria contraerea della Concezione
7. Via Dino Col,
giovane magistrato oppostosi al regime,
deportato e deceduto a Flossemburg (targa stradale)
ARCHIVIO ISTITUTO STORICO DELLA RESISTENZA IN LIGURIA
DINO COL
Era uno dei giovani magistrati più stimati del distretto di Genova, per la preparazione giuridica e per la serietà di carattere. Nato a Sassari il 14.7.1904 si laureò in giurisprudenza a Cagliari, col massimo dei voti e vinse subito il concorso di magistrato.
Pretore ad Iglesias sentì offesi il suo sentimento d’uomo ed il concetto stesso di giustizia, dalle condizioni disumane nelle quali i minatori dovevano svolgere il loro faticoso lavoro. S’accorse del diffuso malcontento; si sentì in dovere di informare i superiori del pericolo che poteva rappresentare una tale situazione; non fu ascoltato. In occasione d’una visita che Umberto di Savoia volle fare ad Iglesias per mostrare il suo attaccamento alla Sardegna, gli fu chiesto dal sovrano che cosa gli avesse da segnalare ed il giovane magistrato non ebbe ritegno di indicare senz’altro le tristi condizioni dei minatori. Il monarca, dimostrando quanto egli fosse lontano dalla vita del popolo, con indifferenza rispose: “Lo sappiamo” – e si allontanò.
Questa sua giusta rimostranza provocò soltanto la sua rimozione dal posto che occupava. Dopo fu richiamato e nominato I° Pretore a Genova-Sampierdarena ove fu davvero “il buon giudice”, che seppe attirarsi le simpatie di tutti, perché, negli anni torbidi del fascismo, non permise mai che la giustizia fosse usata come strumento di parte. Alcuni giornali ebbero la franchezza di scrivere un elogio per “questo giovane magistrato, che aveva la sensibilità di un uomo di 40 anni”. La sua rettitudine morale, il suo intimo rispetto della legge “uguale per tutti” ed il suo vivo amore verso l’Italia, sofferente sotto il giogo del barbaro nazismo gli fecero sentire ripugnanza contro un regime fondato sull’arbitrio e sulla violenza, e quindi il dovere di unirsi a coloro i quali lottavano per la liberazione della Patria.
Purtroppo anche luì fu vittima di uno di quegli italiani che disonorarono la nostra popolazione. Chi scrive queste parole, quando, alle SS tedesche, venuto ad arrestarlo in casa sua, disse che esse commettevano un atto arbitrario, sentì rispondersi che, mentre i tedeschi invasori compivano solo il loro dovere, l’Italia doveva vergognarsi di tanti suoi figli, che avevano la spudoratezza di andare ai comandi tedeschi per denunciare i loro fratelli!
DINO COL fu arrestato nel Palazzo di giustizia il 27 giugno 1944. Portato alla tetra “Casa dello Studente” fu sottoposto ai supplizi delle scosse elettriche e dell’acqua nelle narici e poi fu rinchiuso nella IV Sezione di Marassi. In settembre fu deportato a Bolzano e quindi a Flossemburg, ove mori il 31 dicembre 1944, estenuato dalle sofferenze e dalle bestiali fatiche.
L’Associazione Nazionale dei Magistrati ed il corpo del V.A.I. (Volontari Armati Italiani) lo proposero per una medaglia d’oro alla memoria, ma la pratica s’é perduta nei cassetti custoditi dagli indifferenti burocrati delle Commissioni Ministeriali romane.
DINO COL era animo mite e gioviale, ma, sotto il suo sereno sorriso, vigilava un carattere fermo, che ha mantenuto fino al momento supremo, con l’intima soddisfazione di aver compiuto quel difficile dovere, cui non può sottrarsi né un uomo legato alla legge della morale, né un giudice legato alla legge della giustizia.
A.N.E.D. Sezione di Genova
(Associazione Naz. ex Deportati nei Campi Nazisti)
7a. Piazzale camionale ex Caserma della 10ª Mas
Dalla cronaca dell’insurrezione di Genova
“La sera del 24 si chiude in una cupa atmosfera. La guerriglia nel centro della città si poteva dire terminata. Ma nuclei di resistenza nemici permanevano all’Istituto Idrografico della Marina, a Principe, in Albaro, in via Giordano Bruno: in mano nemica erano il porto, lo spiazzo della camionale, la fortezza di San Benigno e Belvedere. A ponente, resistevano le batterie d’Arenzano, nuclei di fanteria a Voltri, all’Ilva di Prà, nella munita Villa Raggio e a Coronata (le due ultime posizioni sbarravano il collegamento fra la periferia di ponente e il centro). In Val Polcevera, nuclei nemici presidiavano ancora alcune gallerie della camionale, e le alture di San Quirico e della Murta. A levante i tedeschi difendevano strenuamente il ponte di Sturla, la Villa Eden di Nervi e le batterie pesanti di Monte Moro.”
LA Xª MAS
La Xª Flottiglia MAS (dal 1º maggio 1944, con l’unificazione di vari battaglioni, rinominata in Divisione fanteria di marina Xª anche nota come Xª MAS) è stato un corpo militare indipendente, ufficialmente di fanteria di marina della Marina Nazionale Repubblicana della Repubblica Sociale Italiana, attivo dal 1943 al 1945. Operò in coordinazione coi reparti tedeschi, sia per contrastare l’avanzata alleata dopo lo sbarco di Anzio e sulla Linea Gotica e nel Polesine, sia in operazioni contro la resistenza italiana. Attività durante la quale l’unità impiegò strategie tipiche della controguerriglia e in alcuni episodi si macchiò di crimini di guerra.
La Xª Divisione MAS si arrese il 26 aprile 1945 ai rappresentanti del Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) nella caserma di piazzale Fiume (l’attuale piazza della Repubblica) a Milano dopo la cerimonia dell’ammaina bandiera.
7b. Galleria rifugio Antiaereo n°55
La galleria rifugio di via Dino Col nasce ai tempi della coltivazione della cava di san Benigno, infatti la tecnica di coltivazione era quella di forare la montagna in senso longitudinale per poi far saltare la porzione con l’esplosivo facendo staccare enormi lastroni.
Durante il secondo conflitto bellico queste tipologie di gallerie vennero adattate a galleria rifugio AA e anche questa galleria venne allungata e dotata di tutte le dotazioni che la resero idonea all’uso.
Le foto sono tratte dal post di Antonio Travi nella pagina Facebook “Il Sottosuolo di Genova e oltre. Ricerca e Studio.”
7c. Batteria contraerea della Concezione
Batteria ‘Concezione’ (6^ batteria, poi 660^) (Anno di costruzione: 1940 ca.; Tipologia: batteria contraerea; Armamento (agosto 1941): quattro cannoni da 88/56; Armamento (ottobre 1942): quattro cannoni da 90/53 (in rosso) più due cannoni-mitragliera da 20mm (in giallo); Località: bastione della Concezione; Altitudine: 80m s.l.m.; Stato di conservazione: scomparsa; Note: demolita in conseguenza degli sbancamenti per la realizzazione di via San Bartolomeo del Fossato).
7. Via Dino Col,
giovane magistrato oppostosi al regime,
deportato e deceduto a Flossemburg (targa stradale)
ARCHIVIO ISTITUTO STORICO DELLA RESISTENZA IN LIGURIA
DINO COL
Era uno dei giovani magistrati più stimati del distretto di Genova, per la preparazione giuridica e per la serietà di carattere. Nato a Sassari il 14.7.1904 si laureò in giurisprudenza a Cagliari, col massimo dei voti e vinse subito il concorso di magistrato.
Pretore ad Iglesias sentì offesi il suo sentimento d’uomo ed il concetto stesso di giustizia, dalle condizioni disumane nelle quali i minatori dovevano svolgere il loro faticoso lavoro. S’accorse del diffuso malcontento; si sentì in dovere di informare i superiori del pericolo che poteva rappresentare una tale situazione; non fu ascoltato. In occasione d’una visita che Umberto di Savoia volle fare ad Iglesias per mostrare il suo attaccamento alla Sardegna, gli fu chiesto dal sovrano che cosa gli avesse da segnalare ed il giovane magistrato non ebbe ritegno di indicare senz’altro le tristi condizioni dei minatori. Il monarca, dimostrando quanto egli fosse lontano dalla vita del popolo, con indifferenza rispose: “Lo sappiamo” – e si allontanò.
Questa sua giusta rimostranza provocò soltanto la sua rimozione dal posto che occupava. Dopo fu richiamato e nominato I° Pretore a Genova-Sampierdarena ove fu davvero “il buon giudice”, che seppe attirarsi le simpatie di tutti, perché, negli anni torbidi del fascismo, non permise mai che la giustizia fosse usata come strumento di parte. Alcuni giornali ebbero la franchezza di scrivere un elogio per “questo giovane magistrato, che aveva la sensibilità di un uomo di 40 anni”. La sua rettitudine morale, il suo intimo rispetto della legge “uguale per tutti” ed il suo vivo amore verso l’Italia, sofferente sotto il giogo del barbaro nazismo gli fecero sentire ripugnanza contro un regime fondato sull’arbitrio e sulla violenza, e quindi il dovere di unirsi a coloro i quali lottavano per la liberazione della Patria.
Purtroppo anche luì fu vittima di uno di quegli italiani che disonorarono la nostra popolazione. Chi scrive queste parole, quando, alle SS tedesche, venuto ad arrestarlo in casa sua, disse che esse commettevano un atto arbitrario, sentì rispondersi che, mentre i tedeschi invasori compivano solo il loro dovere, l’Italia doveva vergognarsi di tanti suoi figli, che avevano la spudoratezza di andare ai comandi tedeschi per denunciare i loro fratelli!
DINO COL fu arrestato nel Palazzo di giustizia il 27 giugno 1944. Portato alla tetra “Casa dello Studente” fu sottoposto ai supplizi delle scosse elettriche e dell’acqua nelle narici e poi fu rinchiuso nella IV Sezione di Marassi. In settembre fu deportato a Bolzano e quindi a Flossemburg, ove mori il 31 dicembre 1944, estenuato dalle sofferenze e dalle bestiali fatiche.
L’Associazione Nazionale dei Magistrati ed il corpo del V.A.I. (Volontari Armati Italiani) lo proposero per una medaglia d’oro alla memoria, ma la pratica s’é perduta nei cassetti custoditi dagli indifferenti burocrati delle Commissioni Ministeriali romane.
DINO COL era animo mite e gioviale, ma, sotto il suo sereno sorriso, vigilava un carattere fermo, che ha mantenuto fino al momento supremo, con l’intima soddisfazione di aver compiuto quel difficile dovere, cui non può sottrarsi né un uomo legato alla legge della morale, né un giudice legato alla legge della giustizia.
A.N.E.D. Sezione di Genova
(Associazione Naz. ex Deportati nei Campi Nazisti)
7a. Piazzale camionale ex Caserma della 10ª Mas
Dalla cronaca dell’insurrezione di Genova
“La sera del 24 si chiude in una cupa atmosfera. La guerriglia nel centro della città si poteva dire terminata. Ma nuclei di resistenza nemici permanevano all’Istituto Idrografico della Marina, a Principe, in Albaro, in via Giordano Bruno: in mano nemica erano il porto, lo spiazzo della camionale, la fortezza di San Benigno e Belvedere. A ponente, resistevano le batterie d’Arenzano, nuclei di fanteria a Voltri, all’Ilva di Prà, nella munita Villa Raggio e a Coronata (le due ultime posizioni sbarravano il collegamento fra la periferia di ponente e il centro). In Val Polcevera, nuclei nemici presidiavano ancora alcune gallerie della camionale, e le alture di San Quirico e della Murta. A levante i tedeschi difendevano strenuamente il ponte di Sturla, la Villa Eden di Nervi e le batterie pesanti di Monte Moro.”
LA Xª MAS
La Xª Flottiglia MAS (dal 1º maggio 1944, con l’unificazione di vari battaglioni, rinominata in Divisione fanteria di marina Xª anche nota come Xª MAS) è stato un corpo militare indipendente, ufficialmente di fanteria di marina della Marina Nazionale Repubblicana della Repubblica Sociale Italiana, attivo dal 1943 al 1945. Operò in coordinazione coi reparti tedeschi, sia per contrastare l’avanzata alleata dopo lo sbarco di Anzio e sulla Linea Gotica e nel Polesine, sia in operazioni contro la resistenza italiana. Attività durante la quale l’unità impiegò strategie tipiche della controguerriglia e in alcuni episodi si macchiò di crimini di guerra.
La Xª Divisione MAS si arrese il 26 aprile 1945 ai rappresentanti del Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) nella caserma di piazzale Fiume (l’attuale piazza della Repubblica) a Milano dopo la cerimonia dell’ammaina bandiera.
7b. Galleria rifugio Antiaereo n°55
La galleria rifugio di via Dino Col nasce ai tempi della coltivazione della cava di san Benigno, infatti la tecnica di coltivazione era quella di forare la montagna in senso longitudinale per poi far saltare la porzione con l’esplosivo facendo staccare enormi lastroni.
Durante il secondo conflitto bellico queste tipologie di gallerie vennero adattate a galleria rifugio AA e anche questa galleria venne allungata e dotata di tutte le dotazioni che la resero idonea all’uso.
Le foto sono tratte dal post di Antonio Travi nella pagina Facebook “Il Sottosuolo di Genova e oltre. Ricerca e Studio.”
7c. Batteria contraerea della Concezione
Batteria ‘Concezione’ (6^ batteria, poi 660^) (Anno di costruzione: 1940 ca.; Tipologia: batteria contraerea; Armamento (agosto 1941): quattro cannoni da 88/56; Armamento (ottobre 1942): quattro cannoni da 90/53 (in rosso) più due cannoni-mitragliera da 20mm (in giallo); Località: bastione della Concezione; Altitudine: 80m s.l.m.; Stato di conservazione: scomparsa; Note: demolita in conseguenza degli sbancamenti per la realizzazione di via San Bartolomeo del Fossato).
Associazione Nazionale Partigiani d’Italia
Comitato Provinciale di Genova
Via Digione 50r
Tel.:
Email: info@anpigenova.it
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