Autonomia differenziata: nasce in Liguria il Comitato per il Sì al referendum abrogativo
“La Liguria riceve più risorse di quelle che versa allo Stato. Con autonomia differenziata a rischio sanità, scuola, infrastrutture”
Genova, 16 luglio 2024. Nel tardo pomeriggio di ieri, presso la Casa del Sindacato in Via San Giovanni d’Acri 6 a Genova, si è svolta la prima riunione del Coordinamento ligure nato a sostegno della raccolta firme per il referendum abrogativo sull’autonomia differenziata.
Del Coordinamento Regionale fanno parte Acli, Anpi, Arci, Auser, AVS, Demos, CGIL, Federconsumatori, Italiaviva, Legambiente, Libera, Linea condivisa, Lista Sansa, M5S, PD, Più Europa, Possibile, PSI, Rete studenti medi, Rifondazione comunista, Sinistra italiana, Sunia, Tavolo No Autonomia Differenziata, Udi, Udu, UIL, UISP, Verdi.
Il Coordinamento ligure è la declinazione sul territorio del Comitato nazionale e si prefigge di raccogliere entro il 30 settembre le firme per cancellare la legge Calderoli sull’autonomia differenziata.
La legge dividerà ulteriormente il Paese tra regioni di serie A e regioni di serie B, tra aree forti e aree deboli, allargando i divari sociali ed economici già esistenti anche dentro i territori del nord. Temi quali salute, ambiente, sociale, istruzione, lavoro e sicurezza, porti e aeroporti, energia, legalità e giustizia ecc. sarebbero ad appannaggio esclusivo delle regioni spaccando l’Italia, favorendo ulteriori privatizzazioni, rendendola un insieme di venti regioni con infrastrutture, welfare e regole diverse anche rispetto alla tenuta della contrattazione collettiva nazionale. Già oggi su molti di questi temi la Liguria è carente e gli effetti che questa legge voluta dalla maggioranza di Governo sull’autonomia differenziata saranno disastrosi aumentando le difficoltà per la cittadinanza e per il sistema produttivo e mettendo ad ulteriore rischio i diritti universali, per esempio su salute, mobilità e infrastrutture.
“Sul piano fiscale la Liguria avrà problemi importanti perché dai dati 2019 della Banca d’Italia (ultimi disponibili) emerge come la nostra regione abbia un residuo fiscale pro capite positivo di 578 euro e ciò significa che vengono trasferite più risorse dallo Stato centrale in Liguria rispetto a quelle devolute in tasse, condizione molto distante ad esempio dalla Lombardia dove ogni cittadino lascia allo Stato ben 5.662 euro o dal vicino Piemonte che contribuisce per 785 euro pro capite e questo significa che se passa l’autonomia verranno tagliate risorse fondamentali per garantire servizi essenziali”. Il Comitato lancia l’allarme sul fatto che il taglio di risorse al welfare che si determinerebbe agisce su una regione che ha già il primato di essere la più anziana d’Italia e quindi di avere la necessità di risorse adeguate e che ha un calo demografico costante della popolazione che inciderà sulle entrate fiscali”. Nel 2013 l’età media dei liguri era di 48,1 anni con una percentuale di over 65 del 27,7 per cento. Dopo 10 anni si è arrivati a 49,5 anni e 28,9 per cento. In questo arco temporale abbiamo perso 84.303 abitanti e siamo passati da 1.591.939 del 2013 a 1.507.636 del 2013”.
Nel prossimo fine settimana partirà anche in Liguria la raccolta firme con il seguente quesito “Volete voi che sia abrogata la legge 26 giugno 2024, n.86, ‘Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione’?”. La risposta da dare nella cabina elettorale è: Sì. L’invito a firmare è esteso a tutti i liguri per scongiurare un disegno politico scellerato, che spacca il Paese ed è privo di giustizia sociale.