Stefano Rebora, presidente della OSC Music for Peace, realtà genovese riconosciuta a livello internazionale per le iniziative di solidarietà dovunque ci siano popolazioni colpite dalla guerra e dalla fame, è stato respinto dalle autorità egiziane dopo essere stato fermato martedì 26 marzo al suo arrivo all’aeroporto de Il Cairo e separato da altri due volontari, con i quali avrebbe dovuto seguire la consegna di un primo carico di aiuti umanitari – circa 60 tonnellate – alla popolazione di Gaza, attraverso il valico di Rafah e ai profughi che li sono concentrati. Dopo ore in cui a Rebora è stato tolto anche il cellulare, la mattina seguente il presidente di MFP è stato imbarcato su un aereo per il rientro in Italia. Va precisato che non è certamente il primo viaggio a Gaza per Rebora e la sua organizzazione, e che già in passato -a partire dal 2014 – c’erano stati momenti di tensione con le autorità egiziane, poi rientrati anche se mai del tutto risolti.
Va anche aggiunto che la ONG genovese da gennaio ha lavorato quotidianamente in stretto contatto con l’Ambasciata d’Italia in Egitto e la Mezzaluna Rossa egiziana, proprio per preparare questo convoglio, che ha avuto tutti i necessari via libera sia al transito delle persone che dei materiali.
Ma a Rebora, che Anpi Genova conosce bene anche per i suo impegno antifascista e con il quale esiste una proficua collaborazione, è stato intimato di non tornare in Egitto, impedendogli quindi di proseguire una delicata missione che, andando a buon fine, permetterebbe l’invio di aiuti ben più massicci verso la popolazione della Striscia di Gaza, in preda alla fame che, anche secondo l’Onu, può essere ipotizzata come arma di guerra da parte dell’esercito israeliano.
Sollecitiamo il governo italiano e le autorità diplomatiche ad affrontare questa situazione che, impedendo l’ingresso nel territorio egiziano ad una persona che è il “motore” delle iniziative in territori delicatissimi, porta altra fame e altro abbandono alle popolazioni palestinesi. Siamo e restiamo al fianco di Stefano, degli altri volontari ancora in Egitto, di tutta l’organizzazione. Se c’è da portare aiuto a chi soffre sotto i bombardamenti e attraversando privazioni inaudite per un conflitto che comincia ad avere i profili di un tragico massacro, Anpi ci sarà sempre.
Il Comitato provinciale Anpi di Genova