Genova 23/12/2021
Ci risiamo: dopo i tre consiglieri comunali che nel gennaio scorso a Cogoleto avevano fatto il saluto romano durante una seduta peraltro aperta nel ricordo del Giorno della Memoria, adesso è dal consiglio comunale di Ventimiglia che arriva l’immagine – ripresa dalle videocamere – di un esponente di Fratelli d’Italia che si esibisce più volte con il braccio teso. E anche noi, come chiesto dal presidente del consiglio comunale, vogliamo vedere chiaro in quanto è accaduto, tanto più che il fatto è stato motivato dal consigliere come una maniera per chiedere la parola, ma stigmatizzato da esponenti dello stesso centrodestra.
Concordiamo con le forze politiche– Pd e Linea Condivisa – che hanno chiesto, qualora l’intenzionalità del gesto venisse confermata, l’intervento del prefetto di Imperia. Peraltro, attendiamo di conoscere, dopo gli interrogatori previsti nel prossimo mese di gennaio, le decisioni giudiziarie in merito ai tre consiglieri di Cogoleto, sul cui gesto anche la prefettura di Genova aveva aperto un suo approfondimento e che nel caso di processo, noi saremo presenti come “ parte offesa”. Riteniamo che debba finire una volta per tutte la stagione in cui qualche eletto nei partiti di destra si richiama apertamente, con parole o con gesti, al Ventennio fascista e ai suoi riti, cercando poi una giustificazione banale.
E’ necessario che, come indica in una nota l’Anpi provinciale di Imperia, siano fatti tutti gli accertamenti necessari, sia sotto il profilo giudiziario che quello politico, perché chi siede in un’assemblea elettiva è solo grazie alla Costituzione repubblicana e democratica – di fatto irrisa con il saluto romano – che può esprimersi. Ma soprattutto, basta con gli alibi: ci sono le leggi, dalla Scelba alla Mancino, che puniscono chi compia “manifestazioni usuali o esponga simboli riconducibili al disciolto partito fascista o di organizzazioni naziste”. Solo con il massimo rigore si può impedire che qualcuno continui a giocare con un passato condannato dalla storia. Non ci possono essere indifferenza o indecisioni nel combattere come previsto dalle leggi e dall’etica repubblicana, fenomeni che si sono espressi anche con metodi violenti. Lo dobbiamo a chi ha dato la vita per la nostra libertà e a chi quei valori li ha trasformati nelle radici della nostra Costituzione che va rispettata e più che altro applicata sino in fondo.
Massimo Bisca
Coordinatore Anpi Liguria
Presidente Anpi Genova