Ci risiamo. La giunta di centrodestra che guida il Comune di Genova ci lascia ancora una volta sconcertati: dopo l’ignobile vicenda della mozione che, in una sorta di “desiderio” di equidistanza e di revisionismo becero dalle idee ma soprattutto dalla Storia, pensava di mettere insieme antifascismo e anticomunismo, ora il consiglio comunale ha respinto la proposta di concedere la cittadinanza onoraria a Patrick Zaki, il ricercatore egiziano, studente dell’Università di Bologna – città che invece lo ha fatto suo cittadino così come molte altre, da Milano a Napoli e Bari – chiuso in carcere a Il Cairo da oltre un anno con accuse generiche e nessun processo. Una storia che è drammaticamente vicina nella memoria alla misteriosa morte del giovane ricercatore italiano Giulio Regeni, sulla quale mancano ancora risposte chiare sulle responsabilità.
La proposta, avanzata dalla Lista Crivello e sostenuta dai gruppi di opposizione, è infatti stata bocciata dalla maggioranza di palazzo Tursi: “in questo momento non abbiamo elementi sufficienti di conoscenza sulla sua vicenda e non ci sono legami particolari con Genova”, ha detto il sindaco Bucci.
Ecco: si informi, sindaco. Chieda ai suoi collaboratori, se non ne ha il tempo, di farle avere una ricca rassegna stampa sulla vicenda Zaki.
Sul cosa significhi, solo per aver scritto qualche frase di condanna del regime egiziano sui social, finire in carcere accusati di terrorismo.
Si renderà conto che non c’è differenza su quello che è successo, durante la Resistenza, a tanti antifascisti.
Quell’antifascismo di cui, visto che ne parla spesso, Aldo Gastaldi “Bisagno” è stato uno dei più importanti protagonisti: ma Bisagno non avrebbe chiesto di avere maggiori informazioni su un altro combattente da aiutare e portare con sé.
Genova un legame con Zaki ce l’ha: quello di essere una città Medaglia d’oro della Resistenza.
Oggi possiamo dire, di tutte le Resistenze, di quelle dopo la nostra, come per la Grecia dei “Colonnelli”, Kōstas Geōrgakīs vi dice niente? O degli esuli cileni contro il regime fascista di Pinochet e anche quelle di oggi contro regimi autoritari.
Forse sono soltanto gli esponenti di questa maggioranza che non l’hanno capito e pensano che, per “sbrigare la pratica”, basti presenziare qualche volta ad una commemorazione o a un convegno per lavarsi la coscienza.
Ps: oggi è l’anniversario della morte di Sandro Pertini, figlio di questa terra, grande Presidente della Repubblica, antifascista e ancor più grande partigiano combattente per la nostra e la vostra libertà.
Se lo nominate fatevi un esame di coscienza.
L’ANPI in questo contesto continuerà il suo impegno sulla memoria, in quanto da quelle radici ha preso forma la Nostra Costituzione e la visione di una società più equa e giusta di cui si sente sempre più pressante la necessità.
ANPI Genova
24/02/2021
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