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Comunicato Stampa – IL PORTICCIOLO DI NERVI A FERRARO, SCELTA DIVISIVA-NON SI DISCUTE L’IMPRENDITORE: MA IL CONVINTO REPUBBLICHINO

Riteniamo una scelta divisiva, e anche furbescamente presentata nei tempi e nei modi, l’approvazione da parte della maggioranza di centrodestra e dal sindaco Marco Bucci della mozione che, accanto ad altre due intitolazioni, prevede di dare al nuovo Porticciolo di Nervi il nome di Luigi Ferraro. Sicuramente pioniere della subacquea e con molti meriti sportivi; ma aderente alla Repubblica di Salò e, ancora prima, impegnato nella X Mas: scelte sempre orgogliosamente rivendicate. Questo, come hanno sottolineato oltre 7000 cittadini che hanno sottoscritto la petizione indirizzata al sindaco, rende inaccettabile intitolargli uno spazio pubblico perché non si può fare una scelta divisiva: un argomento che il sindaco Bucci ha spesso sventolato quando gli si è chiesto a gran voce di definirsi antifascista e di condannare certe nostalgie repubblichine da parte di esponenti della sua maggioranza.

È il vanto che Ferraro rivendicava sull’appartenenza alla X^ Mas, che riteniamo inaccettabile di fronte all’intitolazione. E riteniamo fuorviante la giustificazione, portata dal sindaco, che Ferraro sia stato insignito di Medaglia d’oro nel 1951, ma omette di dire che è stata data per azioni di guerra datate 7 luglio-agosto 1943, prima quindi dell’armistizio; non può essere questa una ragione sufficiente per giustificare questa scelta. Peccato che, com’è stato rivelato, esista già un molo che porta il suo nome, alla Marina di Sestri: pensare ad una doppia targa assume il gusto della provocazione pura. Nulla da eccepire, ovviamente, sulla sua figura di tecnico e innovatore della subacquea: vuol dire che la democrazia, in quanto tale ha permesso a lui di lavorare e fare l’imprenditore. Cosa che se avesse vinto la dittatura di cui faceva parte in ruoli non secondari e di comando elevato un antifascista, un combattente per la libertà, non solo non avrebbe lavorato, ma come tanti avrebbe subito persecuzioni, se non deportazioni o la morte, come è accaduto a tanti genovesi o italiani in generale. Questo il nodo di fondo: la realtà della storia non si cancella. Con questo atto si sceglie consapevolmente di equiparare il torto con la ragione, la libertà con la dittatura.

Riteniamo grave che il sindaco, che il 25 aprile è venuto al Sacrario dei caduti partigiani del Ponte Monumentale, dieci giorni dopo si adoperi per far intitolare un luogo amato da tutti i genovesi, che ha già il suo nome, ad un repubblichino della X^ MAS. L’abbiamo detto tante volte: non si può stare con i partigiani e con chi li combatteva. O dobbiamo credere che si tratti di un “contentino” alle forze nostalgiche per far accettare l’omaggio ai partigiani?

È così sì che si spacca la città, sindaco Bucci.


5 maggio 2020                                                                 ANPI Genova

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